LA PIÙ PICCOLA FORMA DI POESIA: LO HAIKU
Introduzione allo haiku. Dalla raccolta inedita Riflessi mossi – haiku italiani – di Grazia Valente
Lo haiku è un genere poetico giapponese che si prefigge di rendere la naturalezza e la concretezza della realtà. E’ particolarmente rappresentativo dello spirito e della sensibilità del popolo giapponese, attraverso la esaltazione del gusto per il particolare e l’estrema attenzione riservata ai fenomeni naturali o ai cambiamenti stagionali.
La sua struttura è semplice e concisa, dalla scansione sillabica cinque-sette-cinque, per un totale di 17 sillabe. Ma tale struttura è soltanto una condizione preliminare, quasi una “cornice” alla sensazione del momento, resa liricamente.
Lo haiku non sintetizza una marea di impressioni, ma traduce quel momento e quellaimpressione, nella immediatezza dell’attimo.
Ricordiamo gli stati d’animo fondamentali presenti nell’haiku:
il silenzio (sabi)
l’inatteso (wabi)
la tristezza (sabishisa)
il mistero (yugen)
la nostalgia, la transitorietà (aware)
la delicatezza (hosomi)
l’ombra (shiori)
la leggerezza, l’innocenza (karumi)
E’ opportuno che lo haiku sia corredato di brevi commenti per “amatori praticanti”, secondo la definizione del maestro Tadao Araki, ora scomparso, al fine di rendere più comprensibile a noi occidentali questo genere poetico, poco diffuso in Italia e che può suscitare in chi legge qualche perplessità. Oltreché al kigo, la parola-chiave indicativa della stagione, è stato dato risalto allo stato d’animo fondamentale presente nello haiku, come esposto in precedenza.