MUSICOTERAPIA PER BAMBINI MALATI ONCOLOGICI
La musicoterapia per i bambini, malati oncologici in ospedale di Gabriella Sala
L’uso della musica ha una funzione importante, fondamentale in una relazione terapeutica, fa in modo che la persona trovi un modo migliore per comunicare con se stessa e con gli altri, ottenendo in questa maniera benessere fisico e emozionale.
Occorre capire che il bambino è un bambino e non la sua malattia e che la sua vita normale dovrebbe continuare, motivo per cui i bambini continuano ad andare a scuola ed è per questo che i bambini fanno musica e creano musica.
La musicoterapia non è un modo per distrarre i bambini. La musica, con i suoni, pause silenzi, timbri, diviene un’opera di creatività, costruzione, creazione e ricreazione. Si tratta di valorizzare la parte artistica del bambino e della sua famiglia, la sua sensibilità e la sua esperienza di comunicazione ed espressione attraverso un linguaggio diverso.
La musica è un linguaggio conosciuto al bambino, è parte della vita e ora assume un significato più grande perché lo aiuta a conoscersi ancora meglio. Lo aiuta a diventare artista e protagonista dei propri processi durante il trattamento della malattia. Ma questo lavoro è possibile solo se il team di professionisti, che lavora insieme, e lavora sia con il bambino sia con la famiglia, comprende, persegue e realizza un obiettivo comune. Di fatto questi progetti coinvolgono tutta l’equipe ospedaliera del reparto e diviene indispensabile che questa disciplina venga integrata nel progetto di cura del bambino stesso.
In generale negli interventi vengono utilizzate diverse tecniche musicoterapiche attive, come l’improvvisazione musicale, la creazione di canzoni (il “songwriting”) , utilizzate con pazienti in grado di creare forme sonoro- musicali, ma si adoperano anche forme ricettive, di ascolto musicale, utilizzate in situazioni in cui l’attivazione fisica è affaticata o ormai compromessa.
Il gioco, il divertimento, il sorriso sono una le medicine maggiormente utilizzate in reparto. Viene utilizzato tutto ciò che si ritiene possa essere uno stimolo efficace: strumenti, ma anche l’ascolto di canzoni, o la visione di storie cantate: importante è dare spazio alla libera creazione e all’espressione creativa e immaginativa. In altri momenti può essere utile ed efficace entrare in contatto attraverso il silenzio o l’ascolto di musica o canti prodotti dal musicoterapeuta per il paziente.
La relazione, il contatto e la comunicazione non verbale che si stabilisce con il bambino è fondamentale: osservare, ascoltare, capire cosa è meglio fare per lui/lei, utilizzare la propria sensibilità come musicoterapeuti. Ecco, occorre preparare il terreno giusto nel quale la musica, i suoni diventano seme potenziale di co-creazione insieme al piccolo paziente. Tutti gli elementi del suono, includendo gli aspetti della tonalità, il cromatismo vocale, il ritmo e la cadenza delle parole, diventano ingredienti base nel creare questa relazione musicale. Le risposte da parte dei bambini o dei ragazzi avvengono velocemente attraverso la comunicazione non verbale: vale a dire con la mimica facciale, la postura del corpo, l’emozione che manifestano…e anche con la parola. L’intervento musicoterapico agisce efficacemente su tutto l’essere, permettendo una risonanza tangibilmente e scientificamente misurabile nel suo effetto. Il segreto sta nel portare con naturalezza, a ciascun bambino, le proposte giuste al momento opportuno.
Parte del lavoro punta anche a stimolare e a costruire un piano di lavoro sulla memoria e sull’emisfero emozionale, attraverso giochi musicali differenti, a seconda delle età, del piacere del bambino, tenendo conto delle differenti fasi della malattia in cui si trova.
Nel percorso musicoterapico le proposte e le attività mirano anche a lavorare sulla concentrazione, sull’attenzione, sull’abbassamento della sovreccitazione, sul saper raggiungere la calma per affrontare un gioco, nel silenzio e nella tranquillità con toni bassi.
La musicoterapia fa parte del trattamento, con la differenza che il paziente la può scegliere. La modalità di approccio, il setting variano a seconda delle esigenze e circostanze, a volte le sedute possono sedute individuali, altre prevedono il coinvolgimento dei familiari o di amici.
(settembre 2018)