LA MUSICA PRIMA DI NASCERE (MUSICOTERAPIA) di Gabriella Sala
LA MUSICA PRIMA DI NASCERE (SENZA PAROLE… MUSICA, MAESTRO) di Gabriella Sala
La musicoterapia prenatale ingloba al suo interno un lavoro olistico completo, grazie al quale la donna, futura madre, trova gli strumenti adatti per riscoprire parti di sé profonde. Come Dea Madre imparerà a conoscere la propria orchestra e nel contempo sarà lei stessa a dirigere questa sinfonia. Le esperienze musicoterapiche offrono alla gestante la possibilità di vivere appieno questo periodo con consapevolezza, in maniera intensa e profonda, permettendo una crescita personale.
L’utilizzo di suoni, voce e strumenti, ha una funzione determinante anche se è correlato ad altri aspetti assai importanti, quali il respiro, l’uso del corpo e del movimento. Durante un’esperienza di musicoterapia prenatale si ascolta musica, che crea un legame con la vita intrauterina; si canta per rallentare i ritmi materni, si canta al bambino, si svolgono esercizi per allineare voce e movimento, si danza, si sperimenta la propria creatività. Il suono diviene mezzo per la scoperta di vibrazioni e dell’energia che nutre e trasforma, strumento di relazione tra madre e bambino.
Tutto ciò ha lo scopo di aiutare le future mamme a rafforzare un equilibrio psicologico, a incanalare energia, sconfiggere pensieri negativi, ansie e paure. Le future mamme, attraverso la melodia della voce, la respirazione, la dolcezza, il contatto e il canto, imparano ad amarsi e a dare amore al nascituro. La musica, d’altra parte, diventa un mezzo rassicurante che permette al neonato di acquisire fiducia nel mondo che lo aspetta.
L’ascolto della voce, con la quale si possono emettere vocali e bija mantra, e l’impiego delle musiche ricche di sonorità diverse e varie nei generi e negli stili musicali, completa e stimola il collegamento della persona con la propria essenza interiore Un ulteriore arricchimento dell’esperienza può essere rappresentato dall’unione di questa disciplina (la musicoterapia) all’elemento acqua, primo elemento di vita per ciascuno di noi. L’acqua, per le sue caratteristiche, potenzia ed amplifica, diviene ottimo trasmettitore per quel che concerne vibrazioni, suoni e musica e, al contempo, favorisce la distensione e una respirazione più profonda, divenendo luogo ideale per le attività proposte.
Il feto nel grembo materno è in grado di sentire, ossia di percepire stimoli acustici provenienti dall’ambiente materno e dall’ambiente esterno. I primi studi sulle relazioni tra stimoli sonori e attività del feto risalgono agli anni ’20 e via via, grazie allo sviluppo della tecnologia e alla specializzazione delle strumentazioni, si sono potute rilevare informazioni e dati più precisi riguardo alle risposte fetali ai suoni attraverso movimenti motori, e modificazione del battito cardiaco. Il feto si trova immerso in un mondo sonoro, avvolto dai suoni/rumori prodotti dalla madre (rumore di fondo prodotto dal sangue, battito cardiaco, voce, rumori delle viscere) e quelli prodotti dall’esterno dati da suoni e vibrazioni, tra i quali emergono in particolare la musica e la voce materna.
La voce materna, sia per la stretta vicinanza con il bambino , sia per la trasmissione ossea, è prevalente su tutti gli altri stimoli sonori, che vengono percepiti non solo attraverso l’apparato uditivo fetale, che giunge a sviluppo intorno al quinto mese, ma anche tramite la pressione che le vibrazioni sonore esercitano su tutto il corpo attraverso il liquido amniotico. Facendo un breve riferimento alla cinematica possiamo capire meglio come il corpo umano, composto in gran parte di acqua, anch’esso risente di questo effetto della musica: possiamo quindi comprendere le relazioni tra ritmi corporei e ritmi musicali, fra pulsazioni e battute musicali, tra ritmo del respiro e ritmo musicale. La musica, infatti, influenza il funzionamento del nostro sistema nervoso autonomo e, poiché per il fenomeno di trascinamento i nostri ritmi interni si condizionano l’uno con l’altro, moderando la respirazione diminuiscono anche il battito cardiaco, la pressione arteriosa, la produzione di ormoni, la tensione muscolare. Imparare ed acquisire le diverse tecniche del respiro per una donna in gravidanza è importantissimo e diventa supporto durante tutto il percorso della gravidanza e nel momento del parto. La fiducia della donna verso se stessa e gli altri andrà crescendo, si sentirà protetta e pronta a proteggere, percepirà la propria forza per trasmetterla al nascituro. La musicoterapia, a seconda del periodo di gestazione fornirà diverse competenze e mezzi.
Le donne in gravidanza, con il proprio canto e stimolate dal suono di sottofondo, recuperano la memoria collettiva e personale della nascita, entrando in risonanza con il proprio bambino interiore. Fondamentale in questo contesto è il rapporto suono-silenzio. Il canto può dunque essere finalizzato anche alla riappropriazione da parte della madre dell’evento nascita; attraverso la regressione la donna ha l’opportunità di rivivere tappe del suo percorso evolutivo, come l’infanzia, l’adolescenza. Il suono multiforme e armonico che si produce, simile al canto carnatico, o canto delle vocali, alla maniera indiana, evoca uno stato di rilassamento e di tranquillità interiore in cui il corpo e la mente si fondono, collegandosi al ritmo del respiro universale. L’obiettivo principale è quello di migliorare lo stato di coscienza. La musica di sottofondo crea un “bordone”, accarezza, sostiene e mette a proprio agio. Ogni vocale emessa farà scoprire e percepire alla madre variazioni fisiche ed energetiche che agiranno su di lei e di conseguenza sul bambino. Durante l’emissione sonora, la gestante visualizzerà le zone corrispondenti ai sette chakra, utilizzando i corrispettivi colori. Il feto incomincerà a reagire e a rispondere ai suoni-rumori fisiologici del corpo materno e agli stimoli sonori provenienti dall’ambiente esterno, creando così un’interazione unica e irripetibile. Ecco allora che la madre imparerà ad utilizzare questi suoni e queste musiche per contattare il bambino. Essendo la memoria fetale legata alla ripetizione, se si comunica ripetutamente con il bambino, il piccolo imparerà a riconoscere determinate voci e suoni e sarà in grado si ricordarli anche dopo la nascita. L’uso della voce da parte di entrambi i genitori in questo periodo sosterrà la crescita neurologica del bambino e sarà stimolo per l’apprendimento futuro. La funzione che assume il suono e la musica è fondamentale, in quanto va a formare il repertorio di base del neonato. In particolare, la voce materna, oltre a favorire lo sviluppo del linguaggio agendo sulla memoria del bambino, incoraggia l’attaccamento alla madre e per questo motivo è vivamente consigliato parlare al feto come fosse già nato. Del canto non sono importanti solo le parole della madre che arrivano al feto, ma anche la modalità con la quale arrivano (prosodia della voce, tono e melodia), per questo motivo, affetto e dolcezza dovrebbero caratterizzare tali parole in modo che una forte carica affettiva pervada il nascituro. Nel contempo il canto porta alla madre beneficio fisico e consente, attraverso le vibrazioni sonore, una ricarica energetica, è anche efficace ai fini della respirazione e opera una distensione neuro-muscolare. Inoltre facilita l’espressione armoniosa dei sentimenti. Il ruolo del padre, anche se poco citato, è fondamentale e colonna portante per la futura madre. Attraverso la sua voce, e i suoi timbri più bassi, si completerà lo spettro armonico e sonoro. Il nascituro riconoscerà anche la sua voce se fatta ascoltare spesso.
Attraverso l’ascolto quotidiano di suoni e musiche scelte, la madre e il bambino potranno trarre benefici e vantaggi. Naturalmente il vaglio delle musiche, dei canti, sarà accurata e non casuale. I brani vengono selezionati e utilizzati secondo caratteristiche specifiche, come l’andamento del brano, il ritmo, i tipi di intervalli, le tonalità e così via, in modo da sollecitare emozioni e stati regressivi; altre volte suggeriscono, attraverso il ritmo, un collegamento alla terra o un richiamo alla natura, come il mare e il vento. A volte aiutano la donna ad entrare in uno stato di coscienza meditativo, al fine di percepire e creare un dialogo intenso con il bambino. Il suono diventa strumento intermediario e ponte tra quello che è e quello che sarà.
Studi e ricerche hanno ormai dimostrato che il feto reagisce positivamente a questi stimoli sonori, che vanno dalla voce materna alla musica prescelta, o addirittura talvolta all’ascolto di vibrazioni sonore e di strumenti che producono sonorità particolari, quali le tazze tibetane, i crystal ball, il monocordo, che possono essere appoggiati direttamente sul ventre. Il bambino si tranquillizza e si calma. Un’altra metodologia è quella di operare attraverso la musicoterapia attiva direttamente con gli strumenti musicali, proponendo attività collegate alla tecnica dell’improvvisazione musicale. La gestante potrà rivivere sensazioni ed emozioni particolari in un ambiente simile a quello in cui vive il feto. In questa fase il gruppo diviene elemento importante di sostegno e supporto. La donna dovrà imparare a lasciarsi andare, fidarsi dell’altro e del gruppo come contenitore di accoglienza e amore. La scelta dello strumentario è ricca e propone una varietà tonale decisamente estesa.