NON CI SONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI di Letizia Gariglio
Leopardi nei Pensieri lamentava che «l’ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune che i mezzi tempi non son più». Il catastrofismo climatico è ben lieto di appoggiare questa visione: gli si addicono le visioni estreme… purché la colpa sia sempre dell’uomo. Dell’uomo comune, s’intende.
Dell’unica teoria valida, che osserva e dichiara come il clima in realtà sia sempre cambiato, con fasi naturali di freddo e di caldo, se ne frega. L’ultima glaciazione è terminata nel 1850 e ora, come è ovvio, ci troviamo in una fase di riscaldamento. Il clima, infatti, è sempre variato; le congetture catastrofiste, invece, amano prevedere l’aumento esponenziale del riscaldamento globale – è la moda contemporanea, oppure amano, in alternativa, prevedere l’instaurarsi imminente di un’era glaciale, ma questa è una teoria per ora messa in disparte. Non bisogna pensare di dover andare troppo indietro nel tempo per rammentare quando questa ipotesi del freddo fosse di moda: alla fine degli anni ’70 del secolo scorso (1973, 1977) la famosa rivista Time dedicava le copertine al «global cooling» e al «big freeze». Poi il vento ha girato. Doveva essere un vento caldo! Oggi infatti si parla di emergenza climatica solo nel senso del grande caldo, attribuendone la causa all’opera nefasta dell’uomo e alle emissioni antropiche di Co2. Per gli scienziati seri è evidente che il riscaldamento della Terra è in relazione con cause ben più macroscopiche, come il movimento e le relazioni dei pianeti fra di loro e con la Terra, l’inclinazione dell’asse terrestre e il relativo moto di precessione degli equinozi, e con la naturale variazione atmosferica. Tuttavia la narrazione ufficiale, dedita al pensiero unico (dalle cui istituzioni è stipendiato) insiste sul catastrofismo delle alte temperature, e sulla base del grido di battaglia “la scienza lo vuole”, che spesso accompagna “lo vuole l’Europa”, propone la narrazione dell’innalzamento dei mari, lo scioglimento delle calotte polari, ecc. ecc., tutto come frutto della dabbenaggine dell’umano che inquina.
Inquinamento: questa è a mio avviso la parola chiave. Ma tutta la politica odierna è improntata a confondere e a far confondere nel giudizio delle persone le due cose: inquinamento e presenza di Co2. Gli addetti al giornalist-ismo hanno in tal modo occasione di divenire anche giornalist-ori, tronfi e spudorati approfittatori nel gestire il loro piccolo potere dittatoriale, allineato al pensiero unico, dove nelle salottiere discussioni dei mainstream alla serietà scientifica non è data alcuno spazio. In questi luoghi dove si professano soltanto false verità, costruite ad hoc per la comunicazione di massa, si ignorano completamente le relazioni fra clima e geoingegneria. La narrazione in corso si guarda bene dall’informare che esiste una relazione importante fra le condizioni metereologiche, le cariche elettriche presenti sulla terra e la ionosfera (che sta fra i 90 e i 200 km. dalla superficie terrestre): ciascun fenomeno meteorologico ha origine e si sviluppa da dinamiche elettriche. E queste sì che sono modificabili dall’uomo!
Userò parole molto semplici per spiegare, innanzi tutto a me stessa, come funzioni nell’atmosfera l’incontro fra elettroni (con cariche elettriche negative) e ioni (con cariche elettriche positive). Le cariche elettriche dell’atmosfera sono soggette a variazioni che normalmente dipendono da fattori naturali, dai raggi cosmici, dal vento, dalla radioattività del suolo terrestre. Anche fra le nuvole e la Terra vi è uno scambio elettrico: la parte alta della nuvola è caricata positivamente, quella bassa negativamente; il fulmine si presenta quando la differenza di carica fra nube e suolo produce una scarica elettrica che tende ad annullare la differenza di carica. Se la scarica avviene fra suolo terrestre e parte alta della nube (positiva) si crea un flusso di elettroni provenienti da terra verso la nube. Se la scarica avviene fra terra e parte bassa della nube (negativa) il flusso va da nube a terra. Ciò che oggi avviene ad opera della geoingegneria è l’azione sulla elettricità dell’atmosfera.
Già dai primi del ‘900 gli scienziati hanno compiuto sperimentazioni per agire elettricamente su cielo e nuvole; naturalmente le sperimentazioni attirarono l’interesse di governi e apparati bellici. Già nel ’48 si iniziò a parlare negli USA di cloud seeding come arma di guerra: si era interessati al controllo del clima per mezzo delle radiazioni solari, del reindirizzamento di masse d’aria allo scopo di avviare, eventualmente, una nuova era glaciale. Oggi avviene abitualmente l’azione sull’elettricità dell’atmosfera. Esistono centinaia di brevetti depositati di geoingegneria per la modificazione del clima: prevedono l’uso dei prodotti chimici. Si scaricano nell’atmosfera grandi quantità di polveri sottili ricche di particelle metalliche: sono operazioni iniziate negli anni ’90. Ciò che tutti noi vediamo nel cielo sono le scie chimiche, rilasciate sia da aerei militari che da aerei civili, nonché da aerei cargo che volano a bassa quota e non compaiono sulle rotte di volo. Ma se a occhio nudo chiunque può osservare le scie chimiche (non confondibili con le scie di condensa), non può altrettanto facilmente osservarne il contenuto. Gli aerei infatti rilasciano sostanze tossiche e metalli pesanti: stronzio, alluminio, bario, ferro, manganese, boro, cobalto, sodio, calcio, che agiscono direttamente sull’uomo, ma anche su flora e fauna, e di conseguenza sulla catena alimentare. Sono ormai moltissime le dichiarazioni di laboratori privati, analisti che hanno analizzato il contenuto delle scie chimiche, compreso un comune italiano e i laboratori pubblici della Bosnia Erzegovina; a questi si aggiungono le dichiarazioni di piloti “pentiti” degli aerei incriminati.
Queste scie si espandono per centinaia di chilometri e influiscono sul riscaldamento globale. L’insabbiamento di queste pratiche di geoingegneria è durato decenni e solo recentemente si è sentita pronunciare l’espressione cloud seeding, messa al bando per decenni dalla comunicazione ufficiale. La realtà è che l’ambiente è oggi usato a fini egemonici, è diventato l’obiettivo determinante delle manovre di chi comanda il mondo: i grandi gruppi di potere che gestiscono il bacino globale degli interessi economici guardano alla gestione globale delle risorse ambientali, contendendosi il controllo. Le capacità di gestire il clima coincide con la capacità di distruggere fisicamente, socialmente, economicamente le aree considerate “scomode”, compresa la popolazione. Non a caso le esplosioni nucleari non sono mai finite, sulla superficie terrestre come nei mari, negli oceani, nel sottosuolo e nello spazio, allo scopo di sperimentare la guerra sismica, con la produzione di terremoti, maremoti, tzunami… Certo l’umano non è nuovo a distruggere l’avversario con mezzi ambientali. Cito qualche esempio.
I Romani cosparsero di sale i campi attorno a Cartagine, perché nulla potesse più crescervi; i pellirosse furono domati e annientati con l’eliminazione delle mandrie di bisonti, loro principale ricchezza nonché fonte di alimentazione. Pitagora, durante l’assedio di Siracusa, diresse con superfici riflettenti i raggi solari contro i legni delle navi romane, che andarono a fuoco; il primo episodio d’ingegneria militare del ‘900 avvenne quando gli americani manipolarono il clima in Vietnam e inondarono di acque torrenziali, quando i monsoni erano già terminati, il sentiero di Ho Chi Minh lungo il quale si muovevano i Vietcong.
Se vi fosse qualcuno ancora dubbioso circa le connessioni fra la creazione di falsi problemi climatici e le pratiche di geoingegneria, fra loro collegati, mi permetto ancora di far riflettere sulla dismissione, che dovrà avvenire entro il 2035, dei vecchi motori a scoppio… ed ecco la soluzione per il pianeta: l’auto elettrica! Chi se frega che le batterie contengano litio nichel cobalto manganese, tanto ci sono i Paesi poveri a produrli a basso costo. Chi se ne frega se per produrre nichel (principalmente in Indonesia) occorre disboscare milioni di ettari di foreste. In Europa siamo green e lo saremo sempre di più. Chi se frega se i processi di lavorazione delle batterie siano bestialmente inquinanti, l’importante è che l’ipocrisia dell’élite sia green.
Così noi, se continueremo a soddisfare le spinte dei padroni del mondo, saremo pecore green, anche se conteremo sempre meno come schiavi, come servi, come produttori di beni materiali, perché saremo via via sostituiti dall’AI e la stessa Intelligenza Artificiale sarà strumento fondamentale per organizzare una società di pecoroni gestita dalla hi-tech, controllata da telecamere e microfoni, oltre che per mezzo dei nostri beneamati cellulari, spiati da un sistema di sorveglianza impeccabile dal punto di vista tecnologico.
Del resto, la paura è indotta nelle nostre menti con raffinati sistemi di manipolazione e con la reiterazione continua di notizie false, come quella dell’apocalisse climatica che ci attende. Alla paura si aggiunge il senso di colpa, perché ci viene fatto credere che i colpevoli di tanto disastro siamo noi umani: in questo modo l’élite sta addestrando il gregge a un prossimo ravvicinato attacco alla proprietà privata e a un piano di decrescita che prevede importanti restrizioni personali. Le città dei 15 minuti (di cui ho parlato in articoli precedenti) fanno parte di questo più ampio progetto, come le restrizioni alimentari, la rinuncia alle carni in favore di quelle coltivate in bioreattori, insieme all’imposizione di mangiare insetti (sempre più subdola per quanto riguarda le farine).
Insieme all’imposizione di costosissime auto green, alle città green (leggi: ghetti), all’alimentazione green, anche le case dovranno essere green, suddivise in classi e penalizzate, se prive di requisiti fondamentali alla riduzione di Co2: infine ci proporranno la rinuncia alla proprietà privata e l’home-sharing. Per chi sia ancora perplesso consiglio di leggere le “8 Predizioni per il 2030” sul sito WEF ufficile dove al primo punto si dice che la proprietà privata dovrà smettere di esistere. Con allarmi progressivi di ordine planetario, pandemie create ad hoc, somministrazioni di sieri mRNA dannosi per la salute, riduzione di terre coltivabili, espropriazione di terre, emergenze alimentari, ci porteranno a una progressiva riduzione del tenore di vita, e alla disoccupazione di massa, al sequestro di beni privati. Intanto le grandi società finanziarie, appartenenti ai gruppi di potere, si arricchiranno con la produzione di auto elettriche, pannelli solari, pale eoliche, chiusura di allevamenti bovini, coltivazione di carne artificiale… e con i nostri beni.