IL FORNAIO E IL PUGNALE DI GENGIS KHAN di Grazia Valente
Il fornaio e il pugnale di Gengis Khan.
C’era una volta un fornaio che aveva la sua bottega in periferia. Nei momenti liberi dal lavoro coltivava un hobby particolare: disegnare armi antiche, che copiava da una enciclopedia specializzata. Da autodidatta, si limitava a fare degli schizzi a matita che poi trasferiva nelle sue forme di pane. Ormai ne possedeva un’intera collezione, di queste forme ispirate alle armi. Quando il pane si induriva lui rifaceva l’impasto e gli dava la stessa forma.
Un giorno iniziò a proporre le sue creazioni alla clientela, che sul principio fu piuttosto scettica ma poi si abituò, anzi si affezionò alle pagnottelle che richiamavano l’impugnatura di spade, sciabole, pugnali e ogni altro tipo di arma dalla quale il fornaio traeva ispirazione.
Il Redattore capo della TV locale, al quale era giunta la notizia di questa originale
panetteria, decise di realizzare un documentario, con esibizione dal vivo del fornaio.
Mentre si svolgevano le riprese e il fornaio impastava le sue forme entrò un rapinatore armato di un pugnale allungato che sembrava molto antico. Subito il fornaio gli si avvicinò e gli chiese se poteva vedere l’arma da vicino. Il rapinatore, evidentemente alle prime armi (si seppe poi che si trattava di un disoccupato abitante nel quartiere) mostrò senza esitare il pugnale al fornaio che ne ammirò la cesellatura, la pietra incastonata nell’impugnatura e l’ottimo stato di conservazione dell’arma. Era di mio nonno – disse orgoglioso l’uomo – lui lo chiamava il coltello di Gengis Khan. In casa lo usiamo come tagliacarte.
Il fornaio prese il malvivente in disparte e gli disse che voleva acquistare il pugnale. Tu che cosa te ne fai? – gli disse – questo pugnale non taglia nemmeno il pane, l’hai detto tu stesso che vi serve come tagliacarte. Ti do 200 euro se me lo vendi.
La trattativa fu brevissima, l’uomo prese il denaro e poi chiese: mi denuncerai?
Dal momento che nessuno si è fatto male, ti lascerò andare, rispose il fornaio, ma da adesso in avanti comportati bene. E usa soltanto questo tipo di arma. E gli diede un sacchetto con una sciabola, un’alabarda e un pugnale malese, tutto realizzato con purissima farina di grano tenero.
Il documentario, come è facile immaginare, riscosse molto successo, soprattutto per la parte dedicata alla rapina, e il fornaio, diventato famoso, triplicò i suoi affari.
Il pugnale di Gengis Khan adesso si trova in vetrina, accanto a una baguette che lo riproduce fedelmente.
Trattandosi di una specie di favola, siamo certi che le cose siano andate proprio così.
Nota
Il pugnale di Gengis Khan è un coltello storico da collezione che riproduce un pugnale del grande condottiero e sovrano mongolo. Il valore commerciale di questo pugnale è di circa 20 euro. Evidentemente il fornaio voleva aiutare il rapinatore.