SCUSI: CHE ERA È? di Letizia Gariglio
Immaginiamo una persona che dall’alto osservi il Polo Nord. Se la persona avesse la pazienza di restare lì per un intero anno (magari il novello 2021) vedrebbe compiersi una rivoluzione completa della Terra intorno al Sole, in senso antiorario. L’orbita che vedrebbe disegnarsi nel compiersi della rivoluzione noi la chiamiamo eclittica. La terra però non è del tutto “ben ordinata” perché l’asse terrestre, che noi immaginiamo infilzato nei due Poli, non è esattamente perpendicolare all’orbita di rivoluzione, cioè all’eclittica: il piano dell’Equatore infatti è inclinato rispetto all’eclittica di 23°27.Nel giorno – e nel momento – dell’Equinozio di Primavera e di Autunno il Sole si trova esattamente sopra l’Equatore: le due linee di eclittica e equatore si intersecano coincidendo in due punti. La Terra, poi, compie anche il suo lavoro di rotazione su se stessa nell’arco delle 24 ore, ma la forza di gravitazione di Sole e Luna fanno oscillare l’asse passante per i Poli che traccia nello spazio due coni simmetrici, simili a quelli disegnati da una trottola (nell’arco di 25.900 anni circa).
A causa di questo moto i poli celesti si spostano e la stella che indica il Nord non è sempre la stessa nel corso del tempo: Alpha Draconis, per esempio, era la stella di riferimento 5000 anni fa (la Grande Piramide è ad essa allineata); oggi è la Stella Polare (Polaris); fra circa 14.000 anni è previsto sia Vega. Il risultato dello spostamento dell’asse si definisce Precessione degli Equinozi, fenomeno che vede ogni anno anticipare l’Equinozio di circa 50 secondi (50,37’’). Così «la terra, trottola il cui asse si trova inclinato rispetto all’attrazione solare, si comporta come un giroscopio gigantesco che compia una rivoluzione ogni 25920 anni», scrivono Giorgio De Santillana e Hertha Von Dechend nel saggio sul mito e la struttura del tempo Il mulino di Amleto, testo in cui gli autori intrecciano ricerche e analisi sia sulla questione astronomica sia su quella astrologica relativa alla precessione degli equinozi, descrivendo attraverso i racconti mitologici questa macchina del tempo dotata dei suoi ingranaggi.
La tradizione astrologica occidentale (immenso serbatoio di conoscenza) si interseca con il sapere astronomico, ma vi sono delle differenze terminologiche che riflettono differenze sostanziali. Infatti nell’astrologia occidentale da circa 2000 anni si adoperano i nomi dei segni zodiacali, ciascuno dei quali per convenzione occupa una porzione di 30° (dei 360°) e si afferma che il segno nel quale ha luogo l’Equinozio di Primavera si chiama Ariete: nella realtà astronomica la costellazione che sorge all’Equinozio di Primavera insieme al Sole è in questa fase storica della terra la costellazione dei Pesci. Anche in futuro, per convenzione, probabilmente l’astrologia lo chiamerà Ariete, anche se ben sappiamo che sarà la costellazione di Aquario a ospitare l’Equinozio di Primavera. La definizione dell’accadimento dell’Equinozio di Primavera sempre in Ariete è stato stabilito circa 2000 anni fa in quello che potremmo ritenere il più importante manuale astrologico del passato, il Tetrabiblos di Claudio Tolemeo, che puntellava al ciclo delle stagioni il ciclo del cielo. Dal principio della storia della terra sappiamo che il punto equinoziale di Primavera si è prima trovato in Toro, poi in Ariete, poi in Pesci e il futuro lo vedrà ospite di Aquario.
A differenza dell’astrologia occidentale l’astrologia indiana, di fondamento vedico, basa i suoi calcoli sulla realtà, in diretto e vero rapporto con le costellazioni, facendo riferimento allo Zodiaco siderale (l’astrologia occidentale usa quello tropico).
La questione è piuttosto rilevante per le eventuali predizioni relative a vite individuali, come è uso redigere all’entrata dell’anno nuovo. Ma qui non ci si vuole mettere in corsa per formulare le previsioni per il 2021 appena iniziato, ma si è molto incuriositi dalle ipotesi di alcuni studiosi di astrologia in attesa dell’Era di Aquario, pronti a profetizzarne l’inizio proprio ora, essendosi verificato il congiungimento di due grandi pianeti, Giove e Saturno, appena avvenuto il 21 dicembre 2020 a 0 gradi di Aquario, secondo i calcoli delle Tavole delle Effemeridi ( nel segno invece del segno di Capricorno secondo lo Zodiaco siderale).
Se i lettori saranno stati incuriositi, come me, dalle mille previsioni reperibili in Rete sul nuovo anno, è possibile si siano trovati a contatto con osservazioni e riflessioni in grado di trascinare persino il grande Leonardo da Vinci nel melting-pot delle analisi astrologiche, che coinvolgono forme diverse di astrologie, ma anche arte, letteratura, pittura… così potremmo partire dall’osservazione del grande dipinto di Leonardo Da Vinci, il Cenacolo, nel tentativo non tanto di dare una risposta alla domanda iniziale( che era è?) quanto di capire fino a che punto una Era potrebbe essere protagonista del dipinto.
Seguirò ora una linea di analisi del dipinto, proponendo un’interpretazione del quadro in senso astrologico. Nell’ultima Cena è possibile che venga idealmente e praticamente sviluppato lo Zodiaco. Nel dipinto Gesù (che rappresenta il Sole) si trova in posizione centrale ed è circondato dagli Apostoli. Circondato è la parola più appropriata se si pensa di unire idealmente in senso circolare alle spalle dell’osservatore la linea che nel dipinto si sviluppa su un piano orizzontale (il piano della tavola). Se si osservano gli Apostoli si vede che sono raggruppati in quattro gruppi di tre persone. Un solo Apostolo tiene un mano un sacchetto di monete e ciò renderebbe riconoscibile la figura di Giuda Iscariota ( che tradì Gesù in cambio di denaro). Va detto anche che la posizione di Giuda nel terzetto è centrale e dunque, se accetteremo di cercare una corrispondenza fra Apostoli e segni zodiacali, questa posizione metterà in relazione con un segno cardinale.
Osserviamo ora i piatti disposti sulla tavola, tutti sono vuoti, tranne nei due casi dei piatti di portata: uno contenente pesci, l’altro contenente pane. Le due posizioni starebbero a indicare nel primo caso il segno dei Pesci, nell’altro la Vergine, chiamata anticamente “La Casa del Pane”. I due piatti di portata sono a sei posizioni uno dall’altro, come lo sono Pesci e Vergine, che formano fra loro un angolo di 180° nello Zodiaco (6 X 30°), trovandosi in opposizione fra loro.
Se Pietro (Simon Pietro, il pescatore) rappresenta la costellazione dei Pesci, l’apostolo che lo segue dovrebbe rappresentare nello Zodiaco il segno di Aquario. Dunque il segno di Aquario è rappresentato da Giuda.
Nella rappresentazione di Leonardo l’apostolo Pietro è nell’atto di sporgersi con il proprio corpo oltre Giuda, sormontandolo alle spalle. Che senso avrebbe suggerire che una Era (quella di Aquario), rappresentata da Giuda il traditore, sia traditrice? Come potrebbe tradire un Eone, vale a dire una “parte di tempo” di 25920 anni destinata a scorrere? Tradire il suo compito equivarrebbe all’azione di non-scorrere. Questa idea ci rimanda ancora a Il mulino di Amleto, ricordandoci del personaggio Amleto, che nel poema shakespeariano è senz’altro il principe di Danimarca, ma fu, molto prima, un personaggio al centro di storie di molteplici tradizioni letterarie, tra cui quella unno-finnica, in cui è il proprietario di un mulino. Il mulino di Amleto è, in ogni storia, dalla Mesopotamia all’America latina, uno sfigato, a cui, a un certo punto del racconto, si scardina la macina del mulino e tutto viene precipitato con gli ingranaggi in fondo al mare. Von Dechend e De Santillana analizzano tantissime storie di tradizione diverse e ci spiegano che lo scardinamento del mulino rappresenta lo scardinamento del cosmo. Un disastro immane coinvolge il cielo, la terra e gli uomini, scatenando diluvi e terremoti, devia il corso della storia. Lo sconquasso della terra è dovuto a quello del cielo, dove il mulino rappresenta quel girare e girare zoppicante dell’asse terrestre rispetto all’eclittica.
«Giro giro tondo / casca il mondo / casca la terra / tutti giù per terra», recita una nostra infantile filastrocca, che tuttavia, come tutte le storie di Amleto, conserva la memoria di certi fatti avvenuti nella storia del nostro pianeta. In parole povere ci si trova di fronte a centinaia di miti che raccontano del fenomeno della precessione degli equinozi e di avvenimenti da essa causati (qualcuno ipotizza nel passato la “caduta” dell’asse terrestre).
Prontamente balziamo dalla sedia, ma per risederci subito dopo, costretti come siamo a ributtarci in Rete, dove anche noi ci facciamo pescatori, ma non per travalicare l’Era d’Aquario , su cui non avremmo alcun potere, ma almeno per trovare buone notizie e per spostare l’inizio un po’ più in là. Sono certa che i lettori, come me, lasciato il 2020, non ne vogliano più sapere di difficoltà celesti, perciò, liquidati definitivamente i profeti che desiderano e preconizzano il principio ravvicinato (o appena avvenuto) dell’era d’Aquario, noi diventiamo improvvisamente molto “scientifici” e come non mai diamo tutta la nostra fiducia agli astronomi (in barba agli astrologi), che con distaccata e fredda sicurezza ci dicono che l’Era d’Aquario comincerà nel 2587. Evviva.