UN CIABATTINO E LE SCARPE DELLO SCRITTORE di Grazia Valente
Grazia Valente ha raccolto l’invito a continuare la storia del ciabattino della fantasia, idea nata con l’articolo “La scuola e lo zen”. Eccolo.
C’era una volta un ciabattino alle prese con un paio di scarpe da uomo, di colore marrone, di pelle finissima come raramente gli succedeva di risuolare. Veramente, le scarpe non erano affatto da risuolare, doveva soltanto “mettere i tacchi”, come si dice in gergo. Il ciabattino ancora ignorava che quello era soltanto il primo paio di scarpe che avrebbe dovuto rimettere a nuovo, il cliente che gliele aveva portate era un cliente molto speciale, un “signore” sotto ogni punto di vista. Quel cliente, ma il ciabattino lo ignorava, era un famoso scrittore, un grande scrittore originario di Salisburgo, in Austria, di passaggio in Italia, e nel suo armadio di Salisburgo teneva trecento paia di scarpe, una vera manna per il ciabattino, se solo avesse potuto avere la sua bottega a Salisburgo. Ma lo scrittore famoso e, supponiamo, molto ricco, quando il ciabattino gli restituì il suo paio di scarpe di finissima pelle marrone perfettamente rimesse a nuovo, con i tacchi nuovi e, tocco da vero artista, con le stringhe sostituite, fece arrivare tramite corriere da Salisburgo i suoi trecento paia di scarpe con i tacchi da sostituire e il ciabattino lavorò per quell’unico cliente un anno intero e, dicono, qualche mese dell’anno successivo.
Lo scrittore di Salisburgo era Thomas Bernhard, che in effetti possedeva trecento paia di scarpe.