IL DISEGNO ONIRICO di Maria Celeste Pagliaro
Parecchi anni fa, una cara amica mi invitò a partecipare a degli incontri che si svolgevano, alcune volte all’anno, durante il fine settimana. La mia amica, per la sua formazione professionale, li frequentava da tempo. Per svariati motivi non ero mai riuscita a raccogliere questo invito finché finalmente un insieme di condizioni favorevoli mi consentì di partecipare. Non avrei mai immaginato quanto quel fine settimana avrebbe influito sulla mia vita e su quella delle persone intorno a me.
Fu così che conobbi Maria Grazia Dal Porto e Alberto Bermolen e scoprii il Disegno Onirico. Ma chi erano i professori Bermolen e Dal Porto e che cos’è il Disegno Onirico?
Venivano dall’Argentina, dove avevano svolto la loro funzione di docenti presso l’Università “J. Kennedy” di Buenos Aires. Provenienti da una formazione di tipo psicanalitico di scuola junghiana, in Italia tenevano corsi presso l’Istituto Superiore di Formazione, Aggiornamento e Ricerca (ISFAR) di Firenze, a cui affiancavano l’attività terapeutica e formativa nell’ambito di alcuni gruppi di crescita, sia di adolescenti che di adulti, disseminati sul territorio nazionale. I loro corsi e le loro pratiche costituirono un importante contributo alla professionalità di coloro che, ad oggi, utilizzano la tecnica del Disegno Onirico nelle relazioni d’aiuto.
Il Disegno Onirico è un’elaborazione del disegno automatico compiuta negli anni Settanta dai professori Bermolen-Dal Porto insieme ad Abel Raggio, pittore argentino laureato in Storia dell’Arte, studioso e ricercatore appassionato di antropologia. Costui, seguendo a sua volta gli studi del suo maestro Juan Battle Planas, che aveva compiuto importanti ricerche sull’automatismo nella pittura, tema di grande interesse degli artisti appartenenti al movimento surrealista e Dada, aveva sviluppato ulteriormente questo campo di indagine creando le basi per ulteriori ricerche.
L’atelier Breton di Buenos Aires divenne il punto di incontro delle correnti artistiche delle avanguardie impegnate nello studio della forma e dei colori, con l’intento di mettersi al servizio della pedagogia e della psicologia. In questo contesto, la scuola di Psicologia argentina con le sue conoscenze e grazie al lavoro dei professori Bermolen-Dal Porto contribuì in maniera determinante alla creazione di un nuovo strumento di indagine del profondo e di conoscenza di sé quale è appunto il Disegno Onirico.
La sua pratica non richiede di saper disegnare, poiché ci si muove nel mondo dei simboli, sollecitando l’emisfero destro del cervello che sovraintende alla creatività. Le ricerche svolte nel campo delle neuroscienze, infatti, ci hanno insegnato che il cervello umano è “diviso” in due emisferi. Quello di sinistra è deputato alla logica e alla matematica, al pensiero razionale, mentre quello di destra si attiva quando ci si emoziona, si sogna, si crea. Quindi è l’emisfero destro a sviluppare le categorie intuitive e della creatività mettendoci in grado di “fare arte” e di accedere alle nostre facoltà inventive e immaginative. La mano disegna liberamente sul foglio, producendo immagini che richiamano alla memoria ricordi, esperienze, pensieri legati alla storia personale. L’automatismo implicito nella procedura allontana il pensiero intenzionale.
A dare l’avvio alla pratica è il rilassamento a cui segue l’esplicitazione, da parte del conduttore, di una consegna che generalmente consiste in un invito a rappresentare graficamente, in modo libero e informale, gli elementi emersi da un sogno guidato o da uno stimolo verbale. Successivamente, partendo dalla lettura simbolica delle immagini prodotte, si innesca un processo che conduce alla scoperta e alla descrizione del proprio mondo interiore. Il metodo di lettura del Disegno Onirico ci permette di rendere visibile l’invisibile. Attraverso lo schema interpretativo elaborato dai professori Bermolen – Dal Porto diventa possibile la lettura, in chiave psicoanalitica, dei colori, delle forme e dei simboli, attribuendo ad essi un loro particolare significato. Per fare un esempio, consideriamo il colore rosso, di cui possiamo dire che rappresenta l’amore, il dinamismo, la vitalità, la passione, la rabbia.
Come per il colore, l’universo delle forme costituisce un linguaggio in grado di comunicare emozioni, sensazioni, stati d’animo nascosti che non affiorano a livello del pensiero razionale per esprimere una realtà più profonda. Il Disegno Onirico, oltre a permettere il manifestarsi di queste realtà inconsce è in grado di individuarne l’origine e il loro particolare significato. La presenza di uno o più cerchi in un elaborato, ad esempio, ci rimanda alla ciclicità, al desiderio di armonia e di perfezione.
Viviamo in un mondo di simboli e un mondo di simboli vive in noi. Il simbolo ha la proprietà eccezionale di sintetizzare in un’unica espressione tutte le influenze dell’inconscio e della coscienza impegnate in un processo di armonizzazione all’interno di ogni uomo. Il suo valore va ben oltre il semplice segno, infatti quest’ultimo è una convenzione arbitraria, mentre il simbolo è l’elemento unificatore fra l’uomo religioso, cosmico, sociale e psichico. Ed è proprio questa sintesi che gli permette di adempiere alla funzione terapeutica. La ricchezza e la varietà di tale universo risulta evidente anche nell’esperienza quotidiana ma la presenza di un elemento simbolico all’interno di un elaborato rimanda ad una dimensione più profonda che richiede strumenti interpretativi e chiavi di lettura specifici. L’emersione della storia personale, con i suoi vissuti, diventa materia di riflessione e rielaborazione che, con l’aiuto di un consulente, può contribuire all’ evoluzione e al cambiamento della persona. E’ questo il modo in cui il Disegno Onirico si rivela come un prezioso strumento di sviluppo e di crescita personale, oltre a costituire una importante occasione di conoscenza di sé.
Durante la seduta, la fase del disegno è accompagnata da musica, generalmente barocca, che ha lo scopo di contribuire a creare un’atmosfera rilassante e distensiva e di favorire l’emergere e il fluire delle immagini. Nella produzione, si utilizzano esclusivamente i pastelli a cera per la loro malleabilità e morbidezza.
L’aggettivo “onirico” ne richiama l’origine: come il sogno, la rappresentazione grafica nasce dal nostro mondo interiore, un mondo automatico, involontario e naturale. La consegna che guida il percorso è lo stimolo che mette in moto l’intero processo, attivando i meccanismi del nostro “sapere universale”. L’ingresso nella dimensione del profondo permette a questo di manifestarsi e trovare una rappresentazione espressiva attraverso immagini simboliche. Anche senza essere pienamente consapevoli, sappiamo ciò che è scaturito dalle nostre mani e ha trovato nel foglio la sua forma e il suo colore. Possiamo ben dire che “attraverso il disegno sogniamo ad occhi aperti”.
La lettura dello spazio grafico presuppone la conoscenza dell’intero metodo, la cui applicazione, ai fini del suo corretto utilizzo, necessita di uno specifico percorso formativo ed esperienziale.
Il Disegno Onirico è rivolto a persone di qualsiasi età, compresi i bambini.Può svolgersi in gruppo o in sedute individuali.
Nel 2017, dall’iniziativa di un gruppo di Pedagogiste Cliniche, formate dagli stessi professori durante i loro molteplici soggiorni in Italia, è nata l’Accademia di Disegno Onirico Bermolen-Dal Porto.
L’Accademia, che ha sede sia a Torino che in altre città, ha come scopo la diffusione di questa tecnica attraverso la formazione di Consulenti in Disegno Onirico, secondo gli insegnamenti di coloro che l’hanno ideata.
(giugno 2020)