INVENZIONI INGEgnALI di Letizia Gariglio
Abbiamo trascorso una Pasqua di pioggia, terminata la quale abbiamo scoperto in giardino uno strato di sabbia rossa depositata su erbe foglie e oggetti. Deposito di sabbia sahariana trascinata da venti fino al Nord d’Italia o polveri depositate da scie chimiche?
Vediamo ormai quotidianamente il cielo striato con sostanze rilasciate dagli aerei. L’inizio del fenomeno risale a molti anni fa e per decine d’anni i media, ma anche molti scienziati, hanno negato che esistessero interventi ingegneristici sul clima, sotto forma di scie chimiche, come qualsivoglia altra attualizzazione di forme di ingegneria climatica: qualche faccia di bronzo ben stipendiata tenta di farlo anche oggi, seppur con maggiori difficoltà e credibilità zero.
Sta di fatto che a un certo punto della storia a noi contemporanea, sono iniziate a comparire – improvvisamente – ammissioni di manipolazioni intenzionali, attuate per modificare il clima.
Sono così improvvisamente comparse anche nel linguaggio dei media, come in documenti accessibili, le ammissioni della presenza di tecniche di modificabilità del clima, vestite con gli abiti delle buone intenzioni del mago della pioggia, che con il suo scientifico bastone faceva la comparsa sul suolo terrestre per donare alla terra tanta buona acqua con pioggia e neve.
Al pari del ciarlatano dalla brillante parlantina del film omonimo, oggi il mago della pioggia ammette persino, di tanto in tanto, di agire per prevenire aspetti dannosi del clima, come grandine, uragani, uhhhhh, e financo dichiara , udite udite, di essere in grado di gettare, come un malocchio, la fattura di un clima dannoso contro il nemico in guerra.- intesa, ovviamente, come guerra economica oltre che militare.
Come non dubitare che il rain-maker (sentite come gli si addice l’accento americano) voglia agire a fin di bene, contro i cattivi? Dove naturalmente i cattivi sono sempre gli altri…
Buono è anche il concetto di cloud-seeding, di inseminazione delle nuvole, che viene oggi presentata come dolce pratica, consistente in una casta spruzzatina nelle nuvole di particelle, come lo ioduro d’argento, per migliorare le precipitazioni.
Con certe premesse la geoingegneria climatica può prontamente essere declinata come personaggio virtuoso, portatore sulla scena di benefici in grado di invertire il riscaldamento globale. Ciò malgrado l’ammissione della scienza stessa ( e persino per ammissione dell’Europa) che il rischio di immissione di particelle di gas nell’atmosfera sia sconosciuto, nei suoi effetti a lungo termine. In realtà continuano a mancare seri complessivi studi scientifici, come mancano serie regole internazionali per la gestione del fenomeno, pur escludendo le applicazioni militari. In realtà, infatti, non conosciamo le conseguenze chimiche e fisiche sugli equilibri naturali. In ogni caso, quando le cose vanno veramente male, e in atmosfera gli aerosol troppo spinti causano danni irreparabili, si può sempre dare la colpa alla Cina, capro espiatorio designato a priori.
Intanto sono allo studio nuove tecnologie per incrementare l’albedo della superficie terrestre e marina , vale a dire la sua capacità di riflettere verso lo spazio la luce solare. Si sta studiando la possibilità di immettere particelle e polveri per impedire alle radiazioni solari di arrivare fino alla superficie terrestre. È in sperimentazione lo sbiancamento delle nuvole, in modo che riflettano poca luce verso terra e molta luce verso lo spazio. Si stanno progettando e realizzando dispositivi per condurre il calore dei raggi solari nelle profondità delle masse oceaniche. Si sta studiando, in fase più che avanzata, il posizionamento nello spazio di specchi deflettenti la luce.
Nessuno si domanda, né domanda a noi, per ora ancora abitanti di questa terra, una qualunque forma di consenso su tutte le eventuali alterazioni che stanno progettando e viavia realizzando. Tutte le ricerche procedono nella più completa ignoranza della Dichiarazione di Stoccolma, dove si riconosce agli Stati Nazionali la sovranità delle proprie risorse naturali. Mi permetto qui di riportare i primi cinque punti dei 26 principi:
1. L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all’eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell’ambiente davanti alle generazioni future. Per questo le politiche che promuovono e perpetuano l’apartheid, la segregazione razziale, la discriminazione, il colonialismo ed altre forme di oppressione e di dominanza straniera, vanno condannate ed eliminate.
2. Le risorse naturali della Terra, ivi incluse l’aria, l’acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future, mediante una programmazione accurata o una appropriata amministrazione.
3. La capacità della Terra di produrre risorse naturali rinnovabili deve essere mantenuta e, ove ciò sia possibile, ripristinata e migliorata.
4. L’uomo ha la responsabilità specifica di salvaguardare e amministrare saggiamente la vita selvaggia e il suo habitat, messi ora in pericolo dalla combinazione di fattori avversi. La conservazione della natura, ivi compresa la vita selvaggia, deve perciò avere particolare considerazione nella pianificazione dello sviluppo economico.
5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo da evitarne l’esaurimento futuro e da assicurare che i benefici del loro sfruttamento siano condivisi da tutta l’umanità.
Consiglio di proseguirne autonomamente la lettura, per l’importanza che il documento riveste.