IN RICORDO DI DOMENICO DIAFERIA di Letizia Gariglio
Oggi desidero comunicare, con il più grande affetto, la scomparsa di Domenico Diaferia, per i vecchi amici Domingo, le cui parole in forma di poesia, prosa, aforismi, i nostri lettori hanno avuto modo di leggere fra le pagine di Parole in rete. Domenico è stato innanzi tutto per me un grande e insostituibile amico, con cui abbiamo condiviso la progettazione e la realizzazione di spettacoli teatrali, cabaret, performances, fin dalla prima giovinezza, quando molte serate venivano passate insieme, in gruppo, a ideare, provare e mettere in scena testi di nostra produzione. Erano anni di fervore, di ideali, di energie sovrabbondanti, di creatività esplosiva: l’amore per la scrittura, per il teatro e per la recitazione ci univa e ci portava a condividere esperienze, soddisfazioni e aneliti. Negli anni successivi il piacere della scrittura si è applicata in entrambi, dopo il campo del teatro, a tante altre forme: entrambi siamo divenuti scrittori. Sempre abbiamo condiviso idee, dubbi, consigli, supporti reciproci. Oggi mi sento sostanzialmente orfana, e assai incapace di esprimere quel senso di ricerca otre la vita terrena che ha caratterizzato il mio amico, così mescolata al suo senso della vita in forma fisica e terrena .Domenico si è molto applicato nel tempo a ricercare il significato della morte, cui ha dato espressione in molte forme. Talvolta coraggiosamente ha dileggiato un po’ la morte, dedicandole qualche zampata felina, come solo lui sapeva fare , con amara ironia:«Morire è solo una notizia / che non leggeremo mai», aveva scritto fra i suoi versi brevi e graffianti; e ancora: «Di questo corpo godo / solo l’usufrutto, //la nuda proprietà si spoglia / fino all’essenza, assenza».
Recitavamo insieme i suoi Dialoghi della panchina, ed eravamo i primi a divertirci (spero non gli unici):
« – Quando morirò, il mondo continuerà
come non fossi mai stato…/
— Se tu non fossi mai stato
non sarebbe stato il mondo.
—Allora è come un sogno:
quando io non ci sarò /
non ci sarà neppure il mondo …
—Certo, ci sarò io a testimoniarlo! ».
E le sue parole mi ammoniscono, nel caso io volessi farne troppe:
«L’anima è sola in questo cammino –
nessuno può aiutarmi,
solo il mio andare».