CARTA PENNA E CALAMAIO. DELLO SCRIVERE (1) di Letizia Gariglio

Apro le pagine del mio quaderno
quando giungono all'improvviso
parole forestiere. Talvolta arrivano
da lontano, hanno girato il mondo
impiastricciandosi sulle bocche
di visi nomadi e stanziali.

               Creano paesaggi movimentati
               ogni lettera è intrecciata   
               alla vicina. Si conoscono?

Le parole si fanno aprire
forse per riposare prima della notte
e depositare l'acido delle gambe stanche
o per innestarsi sul tronco rugoso
del ritmo vegetale delle idee,
che si nutre del lento alternarsi del respiro.

               Bianca è la pausa di ogni linea.
               Non è che la fine momentanea 
               del loro contrappuntare arie
               di rondò. Aspettano un'amica
               assente, che forse arriverà.

La porta non la chiudo mai a chiave
e affettuosamente riapro
perché le parole premono
per tornare nella corrente del giorno.



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