Com’è che nella pubblicità televisiva la superficie superiore dei coltelli che spalmano creme di cacao, nocciole, marmellate e formaggi è sempre lucente e mai sporca, pur tuffandoli nel barattolo?
Com’è che è scomparsa la pubblicità ai pannolini dei neonati? Abbiamo sviluppato una tipologia di bimbi che non fa più la pipì? E, sempre parlando di loro, com’è che non si vede più la réclame agli omogeneizzati? Gli hanno inoculato la capacità di sintesi clorofilliana, per nutrirsi direttamente di CO due?
Com’è che le fette di salmone affumicato sono tutte geometricamente rifinite: quadrate e rettangolari, con lati paralleli ed angoli a 90 gradi, quando il pesce ha tutt’altra forma? Dopo le grandi feste con maggior consumo di salmone affumicato, si trovano vaschette di questi “scarti” altrettanto buonissimi ed indicati specialmente per condire la pasta e per fare mousse insuperabili!
Com’è che non ho ancora trovato un addetto del reparto pescheria che mi sappia spiegare perché, allo stesso prezzo, si trovino identici barattolini di uova di lompo riempiti di sferette rosse ed altri di sferette nere? No, non dico di aver avuto come risposta che dipende dal genere maschile o femminile, ma dall’età di sviluppo dell’animale sì. In verità, le uova di lompo sono grigie, colore non troppo appetibile, per cui vengono artificialmente colorate di rosso o nero brillante a seconda dell’uso decorativo che se ne vuol fare come succedaneo del caviale.
Com’è che al supermercato, se compri la verdura o la frutta sfusa e la devi per forza mettere nel sacchetto per appiccicargli il prezzo, in automatico questo sacchetto lo trovi, è vero, al costo di solo uno o due centesimi, ma con IVA al 22% mentre il contenuto (patate, arance… non tartufi!) è al 4%? È poi anche una bella comodità questo automatismo informatico sacchetto/prodotto, soprattutto per la cassiera. Peccato che con l’anguria, che nel sacchetto non entrava e comunque lo avrebbe sfondato, lo scontrino del prezzo io l’abbia applicato direttamente sulla buccia verde, ma con ciò facendomi addebitare ugualmente un sacchetto non utilizzato!
Com’è che questi sacchetti decomponibili (che consigliano di riutilizzare per il conferimento degli scarti dell’umido alla raccolta differenziata) si debbano pagare, mentre i guanti altrettanto obbligatori per maneggiare i prodotti da acquistare e che si buttano subito dopo nell’apposito cestino accanto alle bilance paiono non avere prezzo? E se è compreso in quello del prodotto, perché non anche quello dei sacchetti?
Com’è che le cassiere di alcuni supermercati hanno la disposizione di far sollevare anche agli anzianotti, pur mantenendola nel carrello, la pesante confezione da sei bottiglie d’acqua minerale quando hanno lì davanti un prezziario per marche e tipo di prodotto? Ho aiutato una signora di una certa età e però ho voluto sapere il perché della procedura. Mi è stato detto che è per controllare se sotto non c’è nascosta una busta di prosciutto affettato! Ok, al prosciutto non conviene applicare il dispositivo antitaccheggio come per gli spicchi di Parmigiano, o per le ben più voluminose bottiglie di champagne e liquori. Ma avete idea di quanto costi al chilogrammo lo zafferano confezionato in bustine facilmente occultabili in giornali e riviste che passano sotto lo scanner della cassiera senza essere aperti? E se ne capitasse l’accidentale fuoriuscita, si può sempre esclamare «Ecco dov’era finita!» (Per inciso il costo dello zafferano si aggira sulle migliaia di euro. È il prodotto in assoluto più caro reperibile in un supermercato). Ora che lo sapete siate onesti ugualmente!
Com’è che, facendo acquisti in certi negozi, sullo scontrino nella colonna riservata all’IVA, troviamo scritto VI* e, in calce all’importo pagato, la relativa enigmatica spiegazione: *VI = Ventilazione? Con questa parola si intende per lo più il fenomeno di scambio di fluidi gassosi naturale o forzato con aeratori ambientali e ventole nei frigoriferi, forni e, da un po’ di tempo, anche nelle friggitrici ad aria calda. C’è anche un’accezione tutta particolare nella terminologia medica riferita alle condizioni di attraversamento delle vie respiratorie, ma nulla di tutto ciò ha a che fare con le imposte. Chiedendone la ragione a negozianti, farmacisti e cassiere varie, ho riscontrato incredulità mista a sospetto di derisione e poi, mostrando loro lo scontrino, meraviglia che il loro registratore di cassa sputasse simili definizioni! Non avendo ancora trovato chi me desse la spiegazione, ho cercato in Internet, scoprendo che questa è una concessione a registrare i corrispettivi giornalieri in un unico importo, senza distinguere le diverse aliquote, quando non è richiesta fattura dal cliente. E vabbè, ma perché la si deve chiamare proprio così?
Continuando con un altro bizzarro, per non dire strambo uso terminologico, com’è che il premio dell’assicurazione siamo noi a pagarlo quando stipuliamo o rinnoviamo un contratto e non la compagnia quando paga un indennizzo o ci premia con un’aliquota meno gravosa se, per esempio, non abbiamo causato incidenti stradali? Restando sulla carrareccia, anche all’asino venivano proposti il bastone o la carota. No, siamo fuori strada. Questa volta ci viene incontro la ricerca elettronica, asserendo che è il costo della polizza e che si dice così, perché il termine deriva dal gergo delle scommesse sportive nell’antica Roma. L’assicuratore “scommette” sul buon esito dell’evento (in pratica tifa per noi oltre che per se stesso), altrimenti dovrebbe sborsare un prezzo molto più alto di quanto gli versiamo. All’onesto comune cittadino suona comunque per lo meno strano; ben diverso è il meccanismo per chi naviga nell’illegalità con falsi testimoni, infortuni simulati ed eventi sospetti. Per costoro il valore di gratifica del rischio funziona al contrario, ma si chiama truffa.
Com’è che quando si spegne un computer con sistema operativo Windows compare un messaggio da cronaca poliziesca: «Sto eseguendo l’arresto»? Ma forse non ci facciamo troppo caso dal momento che già da anni, pure per terminarne l’uso, bisogna comunque cliccare nuovamente sull’icona Start che di per sé dovrebbe ricordare solo la partenza e non anche la fermata.
Com’è che ai pedanti non piace che la frase inizi con «Com’è…» e non invece con un banalissimo «Perché…»?
Com’è che in questo elenco, mi sono fermato al punto undici e non me n’è venuto in mente un altro per completare la dozzina? O ci sono riuscito?