HELP di P.P.Roe (Pietro Paolo Capriolo)
L’astrofisica del terzo millennio ci offre risultati fino a pochi decenni fa soltanto sperati e relegati nelle ipotesi della fantascienza. I telescopi orbitali e le sofisticate analisi computerizzate ci hanno rese frequenti le notizie di scoperte, in sistemi stellari non troppo diversi dal nostro, di esopianeti possibili candidati ad ospitare forme di vita. D’altra parte, l’angoscia da solitudine nell’immensità dell’universo ha fatto sì che si elaborassero programmi d’ascolto sistematico con enormi parabole puntate verso l’ignoto spazio nella speranza di captare un giorno un messaggio, anche se con la quasi assoluta certezza che provenga da una civiltà estintasi ormai da chissà quanti millenni, date le distanze percorse in anni luce.
Anche i terrestri, abitanti di «quest’atomo opaco del male», per dirla alla maniera pessimistica del X Agosto del Pascoli, hanno inviato segnali radio e perfino placche autodescrittive a bordo di sonde destinate, al termine delle loro missioni, a perdersi nel profondo spazio, nella speranza che qualcuno le intercetti e le interpreti.
Non in pochi prospettano l’idea della Terra sottoposta ad osservazione da parte di civiltà aliene (Cfr. l’orientamento delle piramidi egizie, le figure misteriose di Nazca in Perù pienamente visibili solo dall’alto, gli avvistamenti di UFO…).
Mentre noi stiamo muovendo i primi passi nel campo dell’intelligenza artificiale, qualcuno da molto lontano potrebbe addirittura aver sviluppato una forma di vita parallela e non biologica, in grado di evolversi, riprodursi e soddisfare la sua fame di conoscenza, indipendentemente dai progenitori biologici ed esplorare per proprio conto lo spazio.
Ho supposto che una di queste “macchine intelligenti” sia giunta nei pressi di Torino alla ricerca dei presupposti per lo sviluppo della vita secondo propri parametri, cioè non basati sulla presenza dell’acqua e del carbonio, come noi faremmo, ma del silicio.
Di questo ne abbiamo in abbondanza, nel terreno, nei pannelli solari sui tetti, negli scarti della lavorazione del riso…
Eh, sì! Il silicio c’è, ma quale delusione per l’intelligente esploratore artificiale scoprire che le macchine che ne sono dotate, qui, elaborano programmi al servizio della logica organica, cioè delle menti umane. Per meglio conoscere il nuovo mondo, l’alieno ne ha imparato anche la lingua in una giornata di celebrazioni dantesche ed ha messo su un linguaggio in rima con il quale comunica con l’astronave madre, denunciando uno stato di pericolo ed invocando aiuto.
Beh, un “sentimento” più che comprensibile, trovandosi ad assistere ad una festa per un successo imprenditoriale dove si brinda con spumante (umor spumoso) fermentato da saccaromiceti che produce le bollicine (esalazioni carboniche) accompagnando bignè allo zabaione (fatto con tuorli d’uova di gallina, visti come singoli embrioni d’uccelli) e addolcito con il miele (rigurgito viscoso d’insetti).
Piccolo esploratore intergalattico Explorer 2.027, t’è andata ancora bene a non capitare da un produttore di gorgonzola o a non finire nel bel mezzo di una merenda sinòira (Per chi non vive in Piemonte: merenda abbondante che sostituisce la cena), di quelle memorabili con tanto di bagna caoda (leggasi bagna càuda. Letteralmente: salsa calda a base di aglio, acciughe, olio e burro, in cui intingere verdure crude)!
Orsù, fatti riportare nel gelido buio dello spazio e lasciaci in pace a gustare i nostri sacrileghi piaceri del palato!
P.S. Per copia conforme allego l’intercettazione del suo comunicato.
(Però… a comporre i sonetti aveva imparato benino!)
Explorer 2.027, a iper-processore intergalattico
Extra parametri noti; pianeta
di silicea materia fornito.
Qui però organica logica vieta
predominio ad elettrone asservito.
Dedita a carta cumular moneta,
la vita -come ho da poco assistito-
banchettando mostruosamente allieta
di sacrilego cibo proibito.
Carboidrati con d’uccelli embrioni
a rigurgito d’insetti viscoso
associati, da batteri coloni
fermentato, irrora d’umor spumoso:
biossid-carboniche esalazioni.
Enigma. Inospital. Pericoloso!