STREGHE SI NASCE di Letizia Gariglio
Ci troviamo, non per nostre definizione, in stato di emergenza: ci menano per il naso con proroghe successive una all’altra, di cui l’ultima fissa la nuova data di termine per il 31 dicembre 2021. Come in ogni stato di emergenza, il clima di caccia alle streghe si autoalimenta con i roghi delle poverette, prima sottoposte a inquisizione, poi pubblicamente bruciate su piazza. Streghe sono tutti coloro che forniscono informazioni non allineate ai nuovi tribunali inquisitori del pensiero unico. Non è difficile scovare e perseguitare nuove streghe: innanzi tutto esse si mostrano sui social (fa parte di un gioco cui non possono sottrarsi), agitando in modo inequivocabile scope che le conducono direttamente ai loro sabba e si rendono così censurabili e oscurabili in due semplici mosse. La tecnica di censura è sempre la stessa: dichiarare che le notizie da loro fornite sono fakenews, additare le streghe gratificandole di un certo supponente sarcasmo, definire le loro informazioni come disinformazioni. Subito dopo, con la scusa di stabilire la verifica delle notizie prodotte dalle striae, si smontano con un giudizio negativo, corroborato e sostenuto dall’odioso manto della scientificità, le loro informazioni, che vengono etichettate come antidemocratiche, per arrivare, sostanzialmente alla repressione del dissenso. I colpevoli che le hanno veicolate vengono insigniti per lo più da tre aggettivi che piacciono tanto al Grande Fratello odierno: sono negazionisti, complottisti, e tanto per non farsi mancare nulla, anche terrapiattisti – ci sta sempre bene.
Negli ultimi mesi è accaduto qualcosa in più di veramente pericoloso: il meccanismo ha allargato le pratiche di censura, inserendo il coinvolgimento in forme di delazione la cittadinanza, invitando tutti a individuare spontaneamente presunte fakenews e a segnalare la loro presenza sul web. Le forme di censura si sono moltiplicate nei tempi odierni di Covid, diventando sempre più agguerrite: hanno scopo sostanziale di arrivare a produrre un’efficace censura nella libertà di pensiero e di espressione.
E cosa fanno i mezzi di comunicazione di tipo ufficiale? Svolgono un ruolo importantissimo di sostegno al fratello orwelliano perché, essendo mediaticamente i più forti (sostenuti da notevole mole di finanziamenti), possono nel frattempo dispensare un ricco patrimonio di notizie false per davvero, accompagnate però da tutta la credibilità costruita dai loro apparati, che li rendono agli occhi di buona fetta di popolazione i depositari della”verità”. Il loro ruolo di appoggio a istituzioni e gruppi di potere è fondamentale, poiché non solo forniscono, ma ripetono ipnoticamente le notizie false, costruite ad hoc. Lo scopo è incidere sulle menti di chi ascolta e plasmarle secondo i principi cui essi rispondono. Così, una notizia falsa che risulterebbe tale se sottoposta a una vera analisi oggettiva, in realtà diventa un meme se ripetuta centinaia di volte. La notizia, dunque, contiene un’idea di fondo – quella che si vuole trasmettere, e questa si vivifica e acquisisce forza intrinseca a mano a mano che passa di mente in mente: è così che diviene un modello di pensiero, il quale è destinato a influenzare azioni e comportamenti delle masse.
Affinché un meme diventi potente occorre far leva sulla paura. Tutti gli esseri umani hanno una fottuta paura della morte, magari qualcuno fra cui gli ipocondriaci un po’ di più. La paura viene usata dall’élite di potere per controllare le menti ed è attraverso la paura che essi facilitano il percorso di pianificazione e realizzazione dei loro stessi progetti. I media possono aiutare in molti modi la diffusione della paura. Uno dei più schifosi è l’esibizione del disprezzo sarcastico per chi cerca di comprendere autonomamente, ribellandosi ai condizionamenti palesi: siano essi giornalisti, derisi cime complottasti e negazionisti, siano essi scienziati o medici fuori dal coro, derisi come incapaci sognatori poco equilibrati, siano essi cittadini perplessi di fronte a stupidità, contraddizioni palesi, forme evidenti di censura, che si sentono schiacciati dall’imposizione subdola di un’unica servile normalità, utile al potere.
Constato con rammarico gli effetti prodotti presso molti amici dalle tecniche di persuasione di massa per mezzo della paura: risultato ultimo è la rinuncia a vivere, a vedere gli amici, a permettersi una vacanza, a affrontare un viaggio… del resto, che lotta si può combattere contro un subdolo virus, invisibile, impercettibile, e perciò ancora più mortalmente potente, che ci può colpire non solo dall’esterno ma, secondo il pensiero dominante, anche da parte di amici, e persino parenti stretti: da ogni direzione, anche quella intima, può giungere il nemico. Brrrrrr, che brivido di paura! Ed ecco che il regime politico sanitario in cui stiamo vivendo si serve, per rafforzare la paura, di giornali e giornalisti: questi hanno dimenticato che il loro compito sarebbe diffondere il vero e si piegano, come del resto gli pesudoscienziati o gli pseudo medici (che hanno dimenticato il giuramento di Ippocrate), oppure virologi, epidemiologi, giuristi, psicologi… e tuttologi (spesso sempre gli stessi nomi e le stesse facce stipendiate), che si piegano per un obolo a produrre e sostenere, elogiare, condividere folli opinioni, con atteggiamenti apertamente denigratori verso coloro che ancora tentano (malgrado le derisioni e le violenze verbali che subiscono) a manifestare il proprio dissenso.
Mentre scrivo (dalla Francia) è da poche ore giunta la notizia delle nuove restrizioni anti-Covid di questo Paese. None è difficile preconizzare che fra poche ore o pochi giorni toccherà all’Italia vivere una nuova ondata di restrizioni. Ci verranno presentate come misure necessarie, adottate dal Governo a malincuore, suo malgrado, e si additeranno come cause, ancora una volta, le stesse, individuabili nel comportamento licenzioso e dissennato di chi è andato in vacanza, ha conosciuto nuove persone, ne ha abbracciate un certo numero, magari scambiandosi baci sulle guance, ha stretto le sporche mani degli untori, divenendo così untore egli stesso. Rinforzare l’autocolpevolezza fa parte del gioco. Barricati nelle nostre museruole anche all’aperto, il nostro inconscio non potrà fare a meno di cogliere il significato simbolico più profondo di un gesto che anche fisicamente rende più difficile lo scambio verbale e espressivo, poiché il bavaglio contiene l’implicito messaggio dell’invito a tacere. Riprenderemo così regolarmente a entrare nel supermercato lasciandoci sparare alla testa (pistola per misurare la temperatura, ma sempre pistola), ubbidienti di fronte a chi rappresenti l’autorità. E queste non sarebbero azioni in grado di alimentare inconsciamente la paura? Piccoli atti, certo, che tuttavia suggeriscono, faccia a faccia, da quale parte stanno il controllo e l’esercizio del potere.
Nel clima generalizzato di paura in cui ci costringono a vivere è difficile conservare la consapevolezza e l’uso del pensiero autonomo: tanto più facile sarebbe lasciarsi cullare dagli ipnotici suggerimenti ripetuti con il tam-tam dai nostri main stream.
Ma forse, streghe ribelli si nasce.