LA CORONEIDE di Domenico Diaferia
Senza certezze andiamo nella grigia nebbia novembrina cela orizzonti noti e nuovi - tutto è finzione nascondimento dolente mascherata
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La nuova falciatrice già si lamenta (l'antica, stanca, è stata pensionata): «Energia nuova! ... ora capisco: non è la solita routine di guerre fame o malattie normali o rare, ma un'esperienza faticosa a tempo pieno e non da contratto a termine! Perché nessuno sa quando finisce e io sono sola e loro troppi... Perciò chiedo urgentemente altri aiutanti e un contratto nuovo!»
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Ci armiamo a dismisura con fuoco nucleare e acciaio contro potenze vere o costruite arricchendo solo multinazionali: tanto rumore e dollari per nulla... Ora impotenti contro un nemico piccino piccino quasi invisibile che usa nostre strategie: colpisce nel mucchio come un terrorista e poi si infiltra fra di noi e ovunque, come in un film di fantascienza - e non lo è... Forse volava indisturbato in grotte a noi ignote, ora si annida in tutto ciò che vive, cibato, di noi si ciba per sopravvivere, anche lui, per legge di natura e in guerra, casualmente, contro l'intera umanità.