IL TESTAMENTO DI EBIZO (ALL’OMBRA DELLO ZEN) di Grazia Valente
Il testamento di Ebizo di Grazia Valente
Quando aprirono il testamento di Ebizo, dopo la sua morte avvenuta all’improvviso, fu grande lo stupore dei due figli nell’apprendere che il padre aveva lasciato tutti i suoi averi al vicino tempio, a parte una piccola somma a loro destinata “per ricominciare un’attività alla costruzione della quale voi figli non avete contribuito. Ora potrete dimostrare quello che sapete fare”, erano le parole testuali del padre contenute nel testamento. E aggiungeva: “Sono certo del vostro amore verso di me e so che agirete in modo tale da rispettare questa mia decisione e insieme anche la mia persona. Sono stato – credo –un padre attento e fino alla fine impegnato con orgoglio e lungimiranza al bene comune. Vi auguro di riuscire in ogni vostra impresa guidati dalla stessa volontà che ho avuto io”.
Ebizo era un ricco commerciante di Kyoto e nel grande emporio di sua proprietà, dopo la morte della moglie, vi lavoravano quotidianamente i figli, dividendosi compiti e responsabilità.
Impugneremo il testamento! dissero in coro i figli, papà negli ultimi tempi non era molto lucido e certamente è stato indotto a questa decisione da qualche cattivo consigliere.
Non sapevano, i due fratelli, che il padre aveva redatto un secondo testamento, più recente, dato in consegna a un suo caro amico, affinché lo esibisse solo nel caso che i figli non si fossero opposti alle sue volontà espresse nell’altro testamento.
In questo secondo testamento Ebizo lasciava tutto ai figli e soltanto una piccola somma al tempio.
L’amico tenne nascoste queste sue ultime volontà e si portò il segreto nella tomba.
(settembre 2018)